Un servizio alla pari per la crisi di coppia – Dott.sa C. Marzotto

Pubblichiamo la relazione della dott. Costanza Marzotto “Un servizio alla pari per la crisi di coppia”. Questa è stata scritta dopo la sua partecipazione come relatrice al weekend di Crescita di Retrouvaille del 16-17-18 marzo 2012 a Bellaria (Rimini).

La crisi e la rinascita della relazione di coppia e gli effetti sui nostri figli

Retrouvaille in Italia: Un servizio “alla pari” per la crisi di coppia

Costanza Marzotto 1

18 marzo 2012

Con una gigantesca torta e 10 candeline, si è festeggiato il 17 marzo 2012 a Rimini il decimo compleanno di Retrouvaille in Italia. Il programma di origine Canadese, fu introdotto nel nostro paese da alcune coppie americane e da un sacerdote. Dopo una presentazione a Torino nel dicembre 2001 in occasione di un convegno del Movimento “Incontro matrimoniale”, nel 2002 vi fu il primo week-end a Roma.

Sessanta coppie che hanno vissuto direttamente la crisi, (hanno seguito interamente il percorso strutturato di Retrouvaille) si sono trovate durante il weekend del 17/18 marzo 2012. Lo scopo era di celebrare l’evento. Sappiamo bene qual è l’importanza dei riti per la vita dei gruppi, delle famiglie e delle comunità.

Weekend di crescita: occasione di aggiornamento e di riposo

Per i presenti si è trattato anche di un occasione di aggiornamento2 e riposo: il termine usato tradotto dall’inglese come molte delle linee guida/out line, è “weekend di crescita”. Potremmo definirlo un occasione di aggiornamento permanente per le coppie che animano e promuovono altri incontri. La presenza dei figli con un servizio di baby-sitter, e di due esperti esterni, ha infatti dato modo ai mariti e alle mogli presenti di vivere un’esperienza ancora una volta di condivisione di testimonianze e di apertura su riflessioni teoriche presentate da Suor Simona Corrado3 e da Costanza Marzotto.

E’ proprio a partire dalla condivisione di questa giornata che vorrei riportare alcune note personali ed evidenziare alcune questioni metodologiche che maggiormente mi hanno colpito e che ho trovato particolarmente sintoniche con le ricerche teoriche di cui mi occupo da molti anni.

Retrouvaille risorsa dell’auto mutuo aiuto nella crisi di coppia

Potremmo collocare gli incontri di Retrouvaille nel novero delle risorse dell’auto mutuo aiuto, ovvero di quei programmi in cui le difficoltà vissute da alcuni soggetti diventano risorsa per altri. Questo li aiuta a prefigurare un futuro diverso e migliore, ma anche rinnovando per i testimoni la possibilità del cambiamento. Un servizio per se stessi e per gli altri nella prospettiva della costruzione del “capitale sociale”.

La possibilità di mettere parola sui sentimenti vissuti nella crisi, l’ascoltare le coppie testimoni che condividono della propria vicenda drammatica e l’esperienza su ciò che mi rende soggetto, sui bisogni segreti che mi hanno portato a scegliere un partner, sull’impatto dei figli nella relazione coniugale, sono alcune delle peculiarità di questo metodo di lavoro che mi hanno assai impressionato.

Un gruppo che mira alla valorizzazione del contributo di ciascuno

Come siamo soliti sostenere, gli interventi in gruppo in appoggio alle transizioni difficili, forniscono la storicizzazione degli eventi critici. Li collocano tra un prima di cui si può fare memoria, un oggi su cui investire, un domani da prefigurare grazie anche alle storie altrui (Marzotto 2010).

È all’interno di un gruppo che mira alla valorizzazione del contributo di ciascuno (empowerment per usare un termine assai noto) e permette il riconoscimento da parte dell’altro, in cui le persone si prendono del tempo per essere ospitati nella storia dell’altro e viceversa, che può prendere avvio un processo lungo e complesso di cambiamento per una vita buona insieme.

Testimonianza davanti a un caffè

Viene a prendermi in stazione un giovane padre di famiglia 4 romagnolo che davanti ad un caffè mi dice quanto è stato importante per lui e sua moglie aver fatto questa esperienza. Inoltre mi spiega come sentono la responsabilità verso altre coppie di dare testimonianza (ricambiare il dono ricevuto) ed offrire questo stesso cammino di rilancio del patto, di rinegoziazione del patto di coppia ad altri.

Storie portate avanti nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte

Arrivo all’ora di pranzo in un albergo riminese fuori stagione e mi colpisce l’atmosfera gaia di un sabato di marzo: sedendomi però a tavola vicino ad alcuni, vedo volti molto segnati dalle traversie della vita e via via che il discorso si fa più intenso, scopro delle storie tristissime, assai drammatiche, anzi per alcuni aspetti tragiche ma “vissute”, non subite, <<portate avanti nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte>>.

Le espressioni dei presenti possono essere ora cupe ora sorridenti, mentre mi parlano di interi weekend passati a scrivere e a piangere, di eventi indimenticabili e riassunti in una metafora. “Avevo l’acqua alla gola, ora è scesa alla vita” dice qualcuno facendosi un segno con la mano sul collo e sulla pancia!

Il linguaggio metaforico

E’ dell’uso del linguaggio metaforico che resto particolarmente colpita, come ad esempio dal logo del programma, con una croce a cui è appeso un salvagente: strana icona del Cristo crocefisso! Qui si parla della sofferenza di coppia, del dolore per il fallimento del progetto matrimoniale. Questi cercano un appiglio nel mondo delle relazioni per offrirlo sulla stessa croce del Salvatore. Per contribuire con la propria vicissitudine di coppia “risanata” alla resurrezione della carne, al progetto divino di resurrezione. Curiosamente quella che un po’ semplicisticamente potremmo definire un “americanata”, a cui noi europei siamo allergici, si rivela come una proposta di accompagnamento e aiuto solidale assai interessante ed efficace 5.

Una proposta di accompagnamento interessante

Uso il temine interessante proprio dal punto di vista scientifico – anche se gli esiti della partecipazione al programma andranno verificati con progetti di ricerca appositi nel breve e nel lungo periodo – in quanto le parole e i gesti che ho potuto osservare ed udire, mi sono apparsi una conferma pratica di affermazioni condivise dalla comunità scientifica.

Ad esempio quando V. Cigoli parla di “accordo segreto e di patto esplicito” (2000; 2006), qui ho sentito riempire la definizione con queste parole “quando siamo andati in crisi di coppia, lui da una parte e io dall’altra con i figli ed abbiamo iniziato il Weekend, ho capito che l’avevo sposato per curarlo di tutti i mali inflittigli dalla sua famiglia…”. L’incastro di coppia è complesso, ha perlomeno una dimensione esplicita e una ignota ai più e proprio nei momenti di crisi la coppia ne scorge la profondità e la complessità. Qualcun altro ha detto: <<era la nostra relazione che si era ammalata, e l’accesso ai sentimenti provati da entrambi in quel periodo, ci ha permesso di “guarire”>>.

La cura della relazione

La metafora del salvagente a cui appigliarsi rimanda all’emergenza, al rischio di affogare che molti hanno ribadito, ma l’immagine della cura della relazione affinché guarisca con l’uso di determinati medicinali, ci dice che il focus dell’intervento è il legame e rimanda ad un lavoro di cambiamento soggettivo e di coppia indispensabile per rilanciare il patto. Come scrive F. Walsh “per risposarsi più volte nella vita” 2012 6.

Come ha precisato il Vescovo Mons. Anfossi nel discorso di compleanno sabato sera, il programma Retrouvaille è sostenuto dalla Commissione per la Pastorale Familiare della CEI, ed è un’iniziativa popolare, non legata ad un movimento specifico, a conferma che la crisi – quella “dura” che porta a vivere separati, ad avere relazioni extraconiugali, a non vedere più i figli, a non parlarsi più – attraversa la comunità dei cristiani e a questa transizione drammatica Santa Madre Chiesa offre una risorsa, affinché il dramma del conflitto coniugale non diventi una tragedia familiare.

Non siamo soli nella crisi di coppia

Ma questo itinerario dentro se stessi, e alla scoperta dell’altro e a riconoscere che non si è soli (sul tavolo del relatore era appoggiato il simbolo della croce con il salvagente e la scritta “non siamo soli” affinché all’uditorio pervenissero entrambi i messaggi, il sapere e la speranza), è aperto anche a laici o credenti di altre religioni in quanto qui viene offerto qualcosa “all’umano che è in noi”.

Come non accogliere da parte di una trasmissione radiofonica, del parroco, di una coppia di amici, l’invito a partecipare a questa esperienza!

È difficile prendere la decisione di chiudere la relazione

Eppure come ben sappiamo, occupandoci di interventi nelle transizioni familiari, è assai difficile prendere la decisione di chiudere, e in quel momento è insopportabile che qualcuno da fuori ci inviti a fare diversamente, anche se ce lo suggerisce a fin di bene. Come ben illustrato dal noto testo della Florence Kaslow 7(1984) l’itinerario mentale e pratico del divorzio ha tempi e tappe lunghe, complesse e progressive sulle quali si fa fatica a tornare indietro. È talmente difficile autorizzarsi in questa decisione, che i richiami pastorali o gli schieramenti amicali o della parentela non servono, non sono accoglibili in certi momenti della vita.

Prendersi un tempo e uno spazio

L’unica possibilità è quella di agire in prima persona sulla relazione medesima: prendersi un tempo e uno spazio per mettere al centro la relazione per osservarla da vicino e da più lontano, con un’azione di comittement, lungo la via del perdono, del rilancio del patto, per svelarne i contenuti segreti e quelli espliciti, e se necessario avviare un cambiamento, una cura personale e/o di coppia. È azzardato parlare di prevenzione nella cura dei legami, ma sappiamo altresì che ci sono itinerari, eventi risorse che possono introdurre delle modifiche nella natura delle relazioni nella scoperta della dimensione di senso di quanto capita o i soggetti mettono in atto.

Ancora una volta mi pare di poter riconoscere nell’itinerario di Retrouvaille un’attenzione non solo alle interazioni coniugali, ma alla dimensione di senso, al valore simbolico dei legami e al valore del sacro. Possiamo dunque annoverare questo itinerario tra le risorse offerte dal corpo sociale al corpo familiare – per usare una terminologia cara al Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica che da oltre trent’anni si occupa di queste tematiche – finalizzate a far sentire le coppie meno sole, i figli meno in pericolo e i nonni più supportati.

Bisogno di riparare

Ho sentito circolare nei presenti, anche rispondendo dopo la mia relazione alle oltre 30 domande scritte su un biglietto anonimo consegnatomi alla pausa caffè, un sentimento di tristezza e preoccupazione per quanto avvenuto, ma anche un bisogno di riparare, di ritessere, di portare in salvo il valore dei legami tra generi diversi e tra generazioni al di là dell’evento critico imprevisto e non normativo. Numerose le domande circa il benessere dei figli che hanno vissuto in coppie che sono state a lungo e drammaticamente in crisi di coppia conflittuale, ma tante anche le richieste sulla cura dei legami messi alla prova, ma non spezzati.

Nel piccolo gruppo di lavoro in cui sono stata ospitata, l’enfasi era rivolta ai sentimenti dei soggetti rispetto all’influenza dei figli nella relazione di coppia e viceversa: la logica della reciprocità ancor una volta vissuta dal vivo e presente nella mente e nel cuore dei presenti.

Gli effetti a lungo termine della crisi di coppia

Un grande timore per quella che viene chiamata la “trasmissione della fragilità coniugale nelle generazioni successive” Si tratta degli sleeper effects 8, gli effetti a lungo termine della crisi di coppia. Questi vengono segnalati con grande semplicità da molti genitori presenti rispetto a figli giovani adulti. Questi ultimi sono in cerca di un perdono intersoggettivo, ma anche da parte della comunità. Quanta distanza dalle posizioni diffuse, in cui si oscilla tra la “patologizzazione” e la “banalizzazione” della crisi di coppia.

Un incontro indimenticabile con un gruppo di persone assai ingaggiate nella comprensione della storia individuale e familiare. Impegnati nella ricostruzione delle vicende intergenerazionali intrecciate con l’impresa di famiglia. Ad esempio l’adozione e la nascita inattesa di un nipotino, essi sono alla ricerca di un senso e di strategie possibili di fronteggiamento.

Costanza Marzotto

NOTE

1Costanza Marzotto, docente di Teorie e tecniche della mediazione familiare alla Laurea Magistrale in Psicologia clinica, relazioni familiari e interventi di comunità. È direttore del Master in Mediazione familiare e comunitaria presso l'Alta Scuola di Psicologia "A. Gemelli". Responsabile per la formazione presso il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia. Inoltre è mediatrice presso il Centro di psicologia clinica per la coppia e la famiglia di Via Nirone 15, dell'Università Cattolica di Milano.
2Il tema delle giornate era "La crisi e la rinascita della relazione di coppia e gli effetti sui nostri figli".
3Suor Simona Corrado, missionaria dell'Immacolata Regina della Pace, pedagogista e mediatrice familiare. Inoltre è consulente familiare presso il Punto Famiglia di Torino.
4 Durante la mia permanenza a Rimini, ho preso nota di un numero pari di uomini e donne presenti. Mi ha colpito la cura ed l'attenzione particolare degli uomini per la promozione e l'illustrazione del metodo, a me neofita. Come se ad essi fosse apparso in tutta la sua potenza il valore dell'insight. Come scrive E. Smadja nel suo volume Le couple et son histoire (PUF, 2011), il genere maschile, maneggia meno abitualmente i sentimenti, ed è più dedito all'azione. Ma quando i mariti ne scoprono il potere ne restano davvero folgorati e diventano "missionari". Ad una prima impressione le donne sembravano più rilassate e consacrate alla cura della relazione, convinte della bontà del luogo e del metodo.
5 Più volte è stato ribadito nella festa del decennale, che in questi anni il programma dei weekend è stato rivisitato nel suo stile un po' troppo americano. A quest'opera si sono dedicati i testimoni pionieri e sacerdoti come Don Bernardino Giordano che andò, su incarico della CEI, negli USA negli anni duemila per approfondire il modello.
6 Cfr. il recente contributo in "Family Transitions and Families in Transition", a cura di Scabini E., Rossi G., Studi interdisciplinari sulla famiglia, XXV, Vita e Pensiero, Milano 2012.
7 F. Kaslow, Divorce mediation and its emotional impact on the couple and their children, The American Journal of Family Therapy , Volume 12, Issue 3, 1984.
8 Si fa riferimento al recente testo di J. Wallestein "The Unexpected Legacy of Divorce" , 2000, che ha messo in allarme la società americana dove numerosi sono gli studi longitudinali ma dove i tassi di divorzio sono molto più elevati rispetto all'Italia, che si attesta su 7 rotture su 1000 matrimoni celebrati. (dati 2012)